Colli Euganei

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Villa Emo Capodilista

Villa Emo Capodilista

Villa Emo Capodilista

La tenuta denominata “La Montecchia” include un castello medievale, una villa rinascimentale e vasti possedimenti fondiari, in parte utilizzati come Golf Club.

La Montecchia è una suggestiva località vicina a Feriole, frazione del comune di Selvazzano Dentro, pochi chilometri a sud del fiume Bacchiglione. Si tratta di un rilievo alto appena 45 metri, del tutto isolato nella pianura a nord est dei Colli Euganei – il nome deriva appunto da “monticula”, piccolo monte – dal XVI secolo impreziosito da una originale e meravigliosa villa veneta, voluta dalla nobile famiglia padovana dei Capodilista, e circondato da un lussureggiante parco.

Villa Emo Capodilista
Vista frontale di Villa Emo Capodilista alla Montecchia

Di fronte alla Montecchia, verso nord-ovest, si trova un rilievo ancora più basso, il Mottolo, che ospita un castello medievale il cui nucleo più antico, un poderoso mastio, risale al XIII secolo. L’area del castello e i terreni circostanti furono per la prima volta concessi in feudo dall’imperatore Ottone ai padovani Conti nel 983; più tardi, divenuto patrimonio del vescovo di Padova, fu da questo assegnato prima ai Maltraversi, poi ai Dalesmanini. In gran parte distrutto da Ezzelino III da Romano verso la metà del ‘200, il fortilizio fu ricostruito dalla famiglia Scrovegni che l’aveva acquisito nel 1268. Nel frattempo sul colle della Montecchia era sorta la casa della famiglia padovana dei Tadi. Entrambe le costruzioni con il territorio circostante passarono nel 1472, durante il dominio veneziano, ad Annibale Capodilista, a capo di una potente casata padovana.  Furono i Capodilista a trasformare l’area della Montecchia in una vasta tenuta agricola dove nel secolo seguente furono impiantati ben 40.000 viti per la produzione di vini pregiati.

Mentre le mura e alcune torri del castello del Mottolo venivano demolite per il venir meno di esigenze militari e al loro posto veniva realizzata una residenza di villeggiatura, sulla Montecchia la vecchia casa dei Tadi fu sostituita da un edificio a pianta quadrata concepito come casino di caccia e luogo di svago per la famiglia. A realizzarlo Gabriele Capodilista chiamò nel 1568 l’architetto e pittore Dario Varotari, allievo di Paolo Veronese, già apprezzato per aver preso parte alla decorazione pittorica della vicina Abbazia di Praglia.

Logge Villa Emo Capodilista
Le logge di Villa Emo Capodilista

Nell’arco di alcuni anni prese forma una villa dall’aspetto originale e fiabesco, caratterizzata da quattro facciate uguali - con un loggiato superiore che riprende la struttura del portico al pianterreno - , ognuna sormontata da volute, torricelle e altri elementi architettonici estrosi. Quattro rampe di scale interne dividono in quattro sia il pianterreno che il primo piano. La decorazione pittorica, sia nei loggiati che sui soffitti delle stanze, è opera di Varotari, aiutato da un altro allievo del Veronese, il greco Antonio Vassillacchi detto l’Aliense. I camerini di passaggio da un loggiato all’altro nonché le volte al di sopra delle scale sono decorate da graziose grottesche attribuite a Eliodoro Forbicini (seconda metà del XVI secolo). Solo le logge del lato settentrionale furono chiuse nell’800 per poter ricavare nuove stanze. Negli affreschi ricorrono soggetti mitologici (tratti soprattutto dalle Metamorfosi di Ovidio), eroi e condottieri romani, figure allegoriche. Particolarmente notevoli la Camera della vigna, il cui soffitto è stato dipinto come finto pergolato da cui pendono grappoli d’uva di vario tipo (a celebrare il prodotto della terra preferito dai proprietari), e la Camera delle ville sulle cui pareti nella seconda metà del XVIII secolo furono raffigurate le dimore di villeggiatura possedute dai Capodilista. Proprio a quel periodo risale il matrimonio tra Beatrice, ultima erede del casato, e il veneziano Leonardo Emo (1783), da cui ha avuto origine la famiglia Emo-Capodilista, ancora oggi proprietaria del luogo.

Giardino Villa Emo
I giardini attorno alla villa

Attorno alla villa si stende un giardino con aiuole e siepi, circondato da un muro in cui si aprono eleganti portali in corrispondenza dei quattro punti cardinali. Lungo le pendici del colle il giardino si trasforma in un parco di gusto romantico, il cui allestimento ottocentesco è attribuito a Giuseppe Jappelli. Una grande varietà di piante ad alto fusto compone la flora della Montecchia (magnolie, cipressi, pini silvestri, farnie e altre specie). Ai piedi del colle si trova anche una chiesetta (oggi dedicata al Beato Giordano Forzatè di Padova) in cui hanno trovato sepoltura vari membri della famiglia Emo-Capodilista.

Negli edifici rustici vicini al castello, invece, hanno trovato posto negli ultimi anni un’azienda vitivinicola, un piccolo museo della vita rurale e alloggi per turisti. Nella proprietà della Montecchia non manca infine un apprezzato Golf Club.