Villa Bassi Rathgeb
Costruita da nobili veneziani nel Cinquecento, divenne nel Settecento fulcro del centro termale.
La costruzione della villa, conosciuta anche come “Villa Zasio” (dal nome dell’ultima famiglia a cui appartenne) risale al periodo compreso tra il 1566 e il 1576.
Giovanni Antonio Secco, esponente di una ricca famiglia veneziana, aveva acquistato dei terreni lungo la via “Ampia” in parte coltivati a vigneto sui quali sorgeva una “domuncula de muro, cuppis cohoperta”: un edificio rurale con annessi un cortile, delle tettoie, la stalla e l’orto.
Qui, il medico veneziano volle costruire una residenza dominicale, per sé e per gli amici.
La villa rappresentava all’epoca il centro organizzativo degli interessi agricoli del medico Secco, oltre a costituire un luogo privilegiato per il riposo e lo svago lontano dalla città.
Negli anni a seguire, la famiglia Secco lasciava Venezia e si trasferiva a Padova inserendosi perfettamente nella cerchia della nobiltà locale.
Nella seconda metà del Settecento, quando morì l’ultimo esponente della famiglia Secco, le proprietà passarono ai Dondi dall’Orologio e la villa cambiò denominazione, da “Ca’ Secco” a “Ca’ Orologio”.
La famiglia Dondi si prodigò per migliorare la rete viaria e rilanciare le attività termali: risale a questo periodo l’apertura della strada (attuale via Mazzini) tra la villa e le terme. Alla stessa epoca risalgono importanti interventi strutturali nell’edificio, la sopraelevazione di un piano, la copertura degli affreschi di Antonio Buttafuoco e l’ampliamento del giardino che circondava l’intero complesso, articolato in aiuole dalle forme geometriche.
La villa ospitò nell’Ottocento il figliastro di Napoleone Eugenio Beauharnais, principe di Venezia, viceré del Regno d'Italia.
Da nobile dimora a centro culturale
La villa subì negli anni diverse modifiche nell’architettura e nelle decorazioni interne a seconda degli usi e dei gusti dei proprietari che si succedettero.
Dopo le ultime ristrutturazioni da parte della famiglia Zasio, nel 1979 il Comune di Abano Terme acquistò l’edificio per farne la biblioteca e la pinacoteca comunale.
Qui trovò posto la preziosa collezione di Roberto Bassi-Rathgeb, a cui il comune intitolò la villa. Lo studioso d’arte bergamasco aveva infatti donato al comune termale la sua raccolta di quadri e di oggetti d’antiquariato: la villa divenne centro culturale e sede del Museo Comunale.
Dal 1995 l’Amministrazione iniziò la progettazione e l’esecuzione di opere di restauro, che le donarono l’aspetto attuale.
Come la vediamo oggi, la villa è composta da seminterrato, piano rialzato, primo piano e sottotetto. All’interno è possibile ammirare stucchi settecenteschi e affreschi a tema mitologico.
La facciata principale, frutto di ristrutturazioni susseguitesi nel tempo, è dotata di una loggetta affrescata. Ai lati, due edifici religiosi ne armonizzano le proporzioni.
Oggi la villa è aperta in occasione di visite organizzate, convegni e manifestazioni.
La collezione Bassi Rathgeb, base del nuovo Museo Civico, è composta da mobili, oggettistica e armi, reperti archeologici e quadri, tra cui dipinti, disegni e acqueforti.
Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020
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