Sentiero del Monte Ceva
Sentiero del Monte Ceva, Monte Spinefrasse e Monte Croce
Il gruppo composto dai monti Ceva–Spinefrasse è uno dei più interessanti dei Colli Euganei. Ubicato tra i comuni di Battaglia Terme e Montegrotto Terme, appare dalla pianura orientale come un anfiteatro semicircolare di colline, le cui cime non superano i 255 mt di altezza. La rilevanza del gruppo è legata alla sua particolare costituzione geologica, che unitamente al microclima dell'area ha permesso il formarsi di un'oasi naturale di eccezionale valore botanico.
Riconosciuto come ZPS (Zona a Protezione Speciale) e inserito tra i SIC (Siti di Importanza Comunitaria) il gruppo del Ceva racchiude un vero scrigno di biodiversità, comprendente oltre 1200 specie di piante, tra cui spiccano alcune varietà rare, come la Cheilanthes marantae e la Scrophularia vernalis, e alcune rarissime, come Anogramma leptophylla e Asplenium septentrionale. Esemplificativa della straordinaria unicità di quest'area naturale è l'inconsueta convivenza del fico d'India nano (Opuntia compressa) notoriamente amante del caldo, con il Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum), che è invece un relitto glaciale.
L'itinerario consigliato per esplorare il gruppo del Ceva parte dall'area attrezzata di via Montenuovo, da cui ci si incammina in direzione della cava dismessa del monte Croce. La prima parte del percorso è pianeggiante e coincide con un tratto del sentiero denominato “Ferro di cavalło” per via della sua morfologia curvilinea. La zona risulta ben preservata, nonostante non sia più abitata dalle famiglie contadine che fino a qualche decennio fa curavano i numerosi vigneti e coltivi che versano ora in stato di parziale abbandono. All’altezza di una delle antiche case coloniche sulla sinistra si incontra la deviazione che porta a risalire il ripido crinale che conduce alla rocciosa cima del monte Ceva. La salita è piuttosto impegnativa, ma offre uno degli scenari più belli di tutta l’area euganea: fino a mezza costa la vegetazione è prevalentemente costituita da corbezzoli, cisti ed erica arborea. Avvicinandosi alla sommità il paesaggio si fa più aspro, si sale costeggiando filoni di rocce latitiche, ricoperte da rigogliosi cespi di Opuntia compressa, Opuntia stricta e Agave. Per salire gli ultimi metri prima della vetta occorre inerpicarsi tra le rocce aiutandosi in due brevi tratti con una corda appositamente installata per favorire l'ascesa. Arrivati nei pressi della croce metallica che svetta sulla cima rocciosa del Monte Ceva, lo sguardo viene inevitabilmente rapito da un panorama mozzafiato, che spazia a 360° sulle dorsali dei Colli Euganei, sull'area termale di Abano e Montegrotto e sulla pianura circostante. Nelle giornate più limpide è possibile scorgere addirittura il luccichio della laguna di Venezia.
La sosta consente di esplorare le rocce latitiche che sporgono sotto la croce, verso sud. In questo punto si trova incastonato un piccolo capitello dedicato alla Madonna; avvicinando all'anfratto una bussola si verifica il singolare fenomeno dell’inversione del campo magnetico, che consiste in una marcata deviazione dell’ago della bussola fino al completo capovolgimento del segnale nord-sud. Tale fenomeno è provocato dalla presenza all'interno delle brecce magmatiche di minerali ferromagnetici (magnetite) che presentano un residuo campo magnetico, acquisito durante la formazione dei minerali stessi, ruotato rispetto all’attuale campo magnetico terrestre.