Bosco dei Lavacci
Un ambiente naturalistico unico, situato tra i comuni di Sant’Urbano, Granze e Villa Estense
Il Bosco dei Lavacci, noto anche come “Bacino Valgrande” rappresenta un raro esempio di foresta residuale di pianura, in un’area boschivo-paludosa di circa quattromila metri quadri, tra il fiume Garzone e il canale Masina.
In questa foresta umida, classificata come Zps (Zona di protezione speciale), trovano il loro habitat svariate specie animali e floreali.
L’area dei Lavacci è ciò che rimane di quella foresta di pianura, costituita da laghi, e terre semi-sommerse, paludi e zone acquitrinose che un tempo si estendeva tra le province di Verona, Padova e Rovigo fino alle foci dell’Adige.
Nel 1929 vennero realizzati degli interventi idraulici sulla confluenza del fiume Gorzone, in corrispondenza del ponte di Carmignano, quindi venne creato il bacino al fine di fornire una cassa di espansione per il canale Masina. Il bacino Valgrande ha mantenuto per lo più la fisionomia del paesaggio agricolo, sviluppando nella zona più a valle, dove i due corsi d’acqua si incontrano, un ambiente naturalistico dalle caratteristiche uniche.
Il biotopo dei Lavacci è costituito da boschetti ripariali con specie arboree quali salice bianco, pioppo bianco olmo e ontano; nelle aree acquitrinose si trovano varie specie di carex, canneti ed associazioni di piante erbacee acquatiche come il giaggiolo di palude e la ninfea. Al limitare dei prati e lungo gli argini ci sono arbusti di biancospino, sanguinella, prugnolo e rosa canina.
Il Bosco dei Lavacci è popolato inoltre da numerose specie di uccelli acquatici, dagli anatidi agli ardeidi, e specie particolarmente interessanti come il martin pescatore, il rigogolo, l'airone cenerino, la garzetta, il merlo acquaiolo, la nittìcola, il cuculo e molti altri.
Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020
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