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Oratorio del Cristo d’Oro a Masi

Oratorio del Cristo d’Oro a Masi

Oratorio del Cristo d’Oro a Masi

Il tempietto che conservava la croce d’oro divenne l’oratorio dei flagellanti fino all’Ottocento

Il paese di Masi, piccolo centro del montagnanese, deve probabilmente il suo toponimo al termine latino “mansum”, ovvero casa, dimora, oppure all’accezione più recente del termine maso, che indica la casa contadina con stalla e piccolo appezzamento di terra. 

Un’altra ipotesi sull’origine del nome però, è che possa derivare da “villa mansorum”, cioè “Villa dei Mansi”: i Mansi infatti erano una famiglia patrizia veneziana che in questo territorio aveva diversi possedimenti.

Come molti paesi della Bassa Padovana, anche Masi fu oggetto di bonifiche nel periodo medievale, principalmente per mano degli ordini monastici che grazie al recupero delle terre coltivabili, diedero nuova vita e sostentamento facendo sorgere diverse “aziende” (masi, appunto).

A causa delle frequenti piene e dei danni della Seconda Guerra Mondiale, Masi conserva solo in parte i monumenti più antichi, come la chiesetta di San Felice e l’Oratorio del Cristo d’Oro.

L’Oratorio detto del “Cristo d’Oro” è un piccolo tempio situato nei pressi dell’argine del fiume Adige.
Nel Cinquecento, quando venne edificato, era dapprima l’Oratorio della Confraternita dei Disciplinati, successivamente dei “Battù”, così chiamati perché partecipavano alle processioni religiose flagellandosi con verghe ferree.

Probabilmente, il Cristo d’Oro era la preziosa croce esposta all’interno della chiesetta e portata alle processioni.

I dodici flagellanti restarono in possesso dell’Oratorio del Cristo d’Oro fino al 1810, poi la Confraternita venne soppressa e la piccola chiesa divenne proprietà dello Stato.

Il bugnato cinquecentesco agli angoli dell’edificio ne arricchisce la struttura, mentre la facciata è resa leggera da aperture che ne accolgono la luce. La finestra semicircolare all’ingresso e il timpano classicheggiante che ne domina la facciata, danno all’oratorio una certa eleganza.

Foto di Piero Dal Prà


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