Colli Euganei

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Eremo di Santa Domenica

Eremo di Santa Domenica

Eremo di Santa Domenica

Luogo di preghiera sulla cima del monte Ricco

All'inizio del Duecento il comune di Monselice favorì l'insediamento di una nuova comunità di monaci benedettini sulla sommità del Monte Ricco, dove fu costruito un cenobio con annessa chiesa dedicata a San Giovanni Evangelista. Il monastero divenne sede di una intensa esperienza religiosa e contribuì alla fondazione del nuovo ordine dei benedettini albi, promosso dal priore padovano Giordano Forzatè.

Nel 1258 i monaci decisero di trasferirsi a Padova presso il monastero di Pontecorvo; il complesso sul monte Ricco divenne così una dipendenza della comunità padovana, perdendo di importanza e conoscendo un lento e graduale degrado. Divenuta di proprietà del Vescovo di Padova attorno alla metà del '400, la struttura venne affidata alla congregazione degli eremitani di Sant'Agostino, che nel 1679 eressero sulle sue rovine un eremo.

Più recentemente, nel 1920, il conte Vittorio Cini costruì in questo luogo una meravigliosa villa adornata di fontane, terrazze e uno splendido giardino; nel 1947 fu donata dallo stesso conte ai frati Minori Conventuali, chiedendo che venisse chiamata "Eremo di Santa Domenica", in ricordo della nonna a cui era particolarmente affezionato.

I frati inizialmente utilizzarono la struttura per ospitare e curare i malati e successivamente diventò anche luogo di intensi esercizi spirituali. Oggi è presente una comunità che assiste giovani con differenti problematiche.

L'Eremo di Santa Domenica conserva una forte suggestione mistica, dovuta all'isolamento e alla straordinaria posizione panoramica, che la rende meta preferita di coloro che desiderano effettuare una tranquilla passeggiata contemplando il paesaggio circostante. Per raggiungere l'eremo si può percorrere il sentiero n. 6 del Parco Colli, fino al punto panoramico denominato Terrazza di Ercole, in cui si trova la grande statua raffigurante l'eroe mitologico. Qui parte la scenografica scalinata seguita da un viale alberato, che conduce alla sommità del monte dove sorge l'eremo.