Colli Euganei

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Ciesazza a Ponso

Ciesazza a Ponso

Ciesazza a Ponso

A Ponso, l’antica chiesa di Santa Maria ai Prati, è uno dei più antichi esempi di romanico nel Padovano

L’antica chiesa in stile romanico da cui prende il nome la località “Cesazza” o “Ciesazza” nel comune di Ponso, sorge isolata rispetto al centro urbano, nei pressi della palude denominata “Lago di Vighizzolo”. La chiesa, chiamata così per la sua vetustà (è una delle chiese campestri più antiche del Padovano), venne edificata intorno all’anno Mille con materiale di recupero proveniente da antiche costruzioni romane.

La Ciesazza, un tempo parrocchiale, è intitolata a Santa Maria ai Prati, probabilmente per la sua collocazione immersa nel verde della campagna bonificata dai Veneziani con il “Retratto del Gorzon” (1500 circa).
La chiesa conserva all’esterno tracce visibili della sua prima edificazione: lo zoccolo infatti è l’elemento più antico, costituito da laterizi e pietre di varie epoche.
La copertura è a capanna, con pianta sub-rettangolare e il campanile rinascimentale posto sull’angolo nord-est termina con un tetto a cuspide. 

L’interno della chiesa è semplice: l’unica navata ha copertura in coppi sorretta da capriate in legno e tavelle in cotto; le tavelle del pavimento sono disposte a spina di pesce. 
Al centro della navata si trova la lapide marmorea della sepoltura di un “Rettore” datata 1747.

Nella Ciesazza ci sono tre altari di cui il più antico è quello dedicato alla Beata Vergine.
Inoltre, sono oggi visibili, dopo una lunga e meticolosa opera di restauro, i bellissimi affreschi che erano stati nascosti dalla calce nel Cinquecento, probabilmente a seguito di una pestilenza: lo si può evincere dalla testimonianza del Vescovo Barozzi che nel 1489 parla di pareti affrescate, mentre in un altro documento del 1587 la chiesa si presentava completamente spoglia. 

Tra gli affreschi tornati alla luce sono degni di nota i due ritratti della “Madonna con Bambino”, “L’annunciazione” e un “San Giovanni”. Tecnica pittorica e materiali utilizzati fanno supporre una datazione tardo-trecentesca.

Negli anni Novanta e Duemila sono stati eseguiti nuovi restauri alla copertura, al campanile e agli affreschi interni.

 


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