Buso della Casara
La più importante opera di approviggionamento idrico ideata dai Romani
Il territorio dei Colli Euganei per motivi geologici non consente la formazione di grandi disponibilità di acqua, ma punta su una rete di piccole sorgenti. I romani sfruttarono queste ultime per l'approvvigionamento idrico costruendo un sistema di acquedotti che avevano la funzione di collegare le sorgenti alle abitazioni. Un esempio significativo è rappresentato dal Buso della Casara, sulle pendici del monte Vendevolo, in località Valnogaredo a Cinto Euganeo, costruito per rifornire d'acqua l'antica città di Ateste (Este). Più di 100 metri di gallerie e cunicoli scavati nella riolite e facilmente percorribili perché realizzate a “misura d'uomo”.
I cunicoli sono delimitati da due muretti ricoperti da tegoloni dove veniva incanalata l'acqua proveniente dalle sorgenti. La realizzazione di incavi ha permesso il posizionamento di apposite lucerne ideate per illuminare i meandri nascosti durante le operazioni di manutenzione. Il minuzioso sistema progettato dai Romani prevedeva un bacino di raccolta in corrispondenza dello sbocco delle gallerie denominato caput acquae; da qui partiva il condotto in tubatura che, dopo un percorso di circa 10 chilometri in leggera pendenza, raggiungeva l'acquedotto di Este.
Nei secoli successivi queste gallerie si ostruirono; nonostante ciò scorreva abbondante acqua che veniva impiegata per lavare gli indumenti. Tra il 1970 e il 1971 il comune di Cinto Euganeo decise di effettuare dei lavori di asporto dei detriti; durante gli scavi venne ritrovata una barchetta ricavata da un tronco di pioppo lunga più di un metro e con due fori a poppa e a prua, la quale pare venisse utilizzata come mezzo per trasportare materiali.
Tra il 1999 e il 2000, grazie ai consigli degli abitanti del luogo, il Buso della Casara è stato interessato da interventi di manutenzione per migliorarne l'accessibilità.