Geologia dei Colli Euganei
Come isole in mezzo alla pianura Padana, originate da fenomeni vulcanici
La curiosa morfologia dei Colli Euganei è senz'altro il principale tratto distintivo di questo comprensorio montuoso, unico nel suo genere. Chi incontra per la prima volta il profilo geometrico ed ordinato degli Euganei non può che stupirsi e chiedersi il motivo per cui queste colline presentano forme perfettamente coniche con cime isolate alternate a pendii dolcemente arrotondati. Conoscere la loro origine geologica è necessario anche per comprendere gli aspetti naturalistici e gli sviluppi storici del territorio.
Camminando lungo i vari sentieri del Parco si incontrano rocce molto chiare, di natura calcarea. Sono rocce sedimentarie, le più antiche presenti sui Colli Euganei, che si sono formate attraverso il deposito di detriti e sedimenti quando in quest'area al posto della pianura vi era ancora il mare. La roccia sedimentaria più antica è chiamata Rosso ammonitico, si è formata tra i 150 e i 135 miloni di anni fa, nel Giurese superiore. Questa roccia presenta al suo interno numerosi fossili di ammoniti da cui prende il nome e si può osservare solamente in una fenditura del Monte Resino, in località Fontanafredda.
La roccia successiva per genesi si è formata tra i 135 e i 90 milioni di anni fa, nel Cretaceo inferiore, e viene chiamata Biancone. E' un calcare bianco composto quasi completamente da gusci calcarei di piccoli microscopici organismi che si sono depositati sul fondale del mare aperto e profondo.
Di seguito troviamo la Scaglia Rossa, che risale a 90-55 milioni di anni fa, tra il Cretaceo superiore e l'Eocene inferiore. E' un calcare argilloso che contiene spesso fossili come ricci di mare e denti di squalo (la temperatura del mare era di circa 25°C, come quella dei tropici).
L'ultima roccia sedimentaria formatasi è la Marna euganea, dai 55 ai 33 milioni di anni fa, dall'Eocene superiore al Oligocene inferiore. E' una roccia molto argillosa, di colore verde-grigiastro, che si riscontra soprattutto nell'area di Teolo.
Proprio durante la fase di formazione di quest'ultima roccia, circa 43 milioni di anni fa, si è verificato un primo ciclo eruttivo: da fratture della crosta marina è fuoriuscito del magma che si è espanso sul fondo formando rocce basaltiche (basiche) di colore scuro. Questo tipo di rocce vulcaniche si possono osservare nei pressi di Teolo e sul monte Gemola.
Alla fine di questo primo ciclo eruttivo è seguito un periodo di inattività , durante il quale è continuato il processo di formazione delle marne euganee.
In questa fase si sono quindi formate tre tipi di rocce:
- la Riolite, di colore chiaro e con una quantità di silice > 65% (si può osservare sul monte Solone, sul monte Cinto, sul monte Ventolone, ecc.);
- la Trachite, di color grigio-giallognolo che presenta una percentuale di silice tra il 65 e il 55% (si osserva sul monte Lonzina, sul Colle della Rocca, sul monte Rusta, ecc.);
- la Latite, di colore molto scuro, con un contenuto di silice compresa tra il 55-50% (si trova ad esempio sul monte Sengiari, monte Cecilia, ecc.).
- monte Brusà nel gruppo del Lonzina-Sengiari, in cui sono presenti tre fronti di cava che creano un grande impatto scenografico, grazie alle imponenti fessurazioni colonnari delle rocce riolitiche;
- monte Cinto dove sono presenti due cave, la più bassa di roccia sedimentaria e una più vicina alla vetta, altrettanto spettacolare, di riolite;
- Sasso delle Grotte sul versante ovest di Rocca Pendice, che presenta una parete verticale in trachite con numerose piccole cavità dovute all'evaporazione dei gas magmatici durante la fase di raffreddamento;
- monte Cecilia nel comune di Baone, dove si osserva l'esfoliazione cipollare tipica della latite.